venerdì 29 marzo 2013

[Letteratura Giapponese #2] - Periodo Nara e Nihonshoki

Buongiorno a tutti quanti! Eccoci qua oggi con il secondo appuntamento di questa rubrica dove ogni settimana vi parlerò di un'opera o di un periodo che caratterizzò la storia della letteratura giapponese dall'età classica fino ad i giorni nostri. In particolare, dato che la volta precedente vi ho parlato del Kojiki, oggi vi andrò ad esporre qualche notizia storica riguardante il Periodo Nara e dell'altra opera che narra le "origini" del Giappone: il Nihonshoki.


Nonostante fossero già presenti attorno al V secolo del periodo Asuka, si può definire il Periodo Nara come la “prima epoca dove si trovano i primi testi scritti della letteratura giapponese”.
Prese il via nel 710 e venne anticipata da alcune cause che, successivamente negli anni,diedero vita alla cultura giapponese. Attorno al 538 in Giappone si ebbe l’introduzione del buddismo con l’arrivo dei membri del clero buddista. In quell’epoca il Giappone era popolato, in regioni distinte, da diversi clan in continua guerra fra loro. L’arrivo del buddismo portò, dopo l’unione delle due religioni, alla nascita dello shintoismo. L’introduzione di questa nuova pratica fu importante anche culturalmente in quanto permise l’arrivo nel paese di testi cinesi. Dal punto di vista politico, invece, si ebbero conflitti fra clan che portarono, un secolo dopo, all’unione del Giappone grazie ad  il principe ereditario e reggente della dell'Imperatrice Suiko (sua zia)  Umayado o anche conosciuto come Shōtoku Taishi (593-622). Sarà grazie a lui che i conflitti tra clan filo-buddisti (Soga) e clan di religione autoctona filo-kami (Nakatomi, Mononobe) ebbero fine. I primi passi di unificazione presero il via tramite:
- PRIMA: riforma Taika (645);
- POI: elaborazione del sistema legale ritsuryō (fra il 669 e il 701).
In seguito si ebbe, poi, lo spostamento della capitale da Nara ad Heijōkyō, l'attuale Kyōto.
I più importanti clan che si distinsero in questo periodo furono il clan Yamato che dominò in una delle più antiche terre del Giappone, lo Honshū (l’isola più grande del paese) ed è grazie ad esso che avviene l’unificazione dei clan (uji) con , di conseguenza, la nascita di un sistema centralizzato; ed il clan Izumo.
La letteratura del perodo Nara riflettè lo sforzo di captazione culturale attuale nei confronti della cultura continentale (soprattutto, in principio, la scrittura). I primi testi furono: il Kojiki (scritto in giapponese), di cui già abbiamo parlato (lo trovate cliccando sul nome), ed il Rikkokushi (scrittto in cinese). Si ricordano anche il Fudoki (rapporti sulle province, “Storie legate alle vicende delle singole province”, 713; scritte in cinese), ed i Kaifūsō (raccolte di poesie in cinese). 

Il Nihonshoki (日本書紀) o anche conosciuto come Nihonji (日本紀) viene letteralmente tradotto come Cronache del Giappone ed è un testo composto da 30 maki, compilato sotto il regno dell'Imperatrice Genshō (715-724) da un gruppo di eruditi. Terminato nel 720 sotto la supervisione del principe Toneri, figlio dell'imperatore Tenmu, con l'assistenza dello storiografo Ō no Yasumaro (che già conosciamo per la redazione del Kojiki).

È la più antica ed ufficiale (composta su ordine imperiale) opera che narra delle origini del Giappone. Sono i primi libri del Rikkokushi, redatti in cinese perchè rivolti verso l’esterno del Paese, il suo "compito" è quello di ripercorrere la protostoria del Giappone tramite alcuni miti che,  dall’Origine all’887, ricostruirono un passato dove i paesi esterni al Giappone potessero riconoscere il nuovo paese ormai nato. L’idea di storiografia nasce in Cina ed è sempre stata importante con, però, una piccola differenza, la successione dinastica: in Giappone si va per linea di sangue (a partire dalla Dea Amaterasu), mentre in Cina l’imperatore governa per mandato dal cielo, nominato dal popolo (che ha il diritto di scegliere chi eleggere). Si ha quindi un influsso culturale cinese in Giappone che lo reinterpreta, successivamente, a suo favore.
Purtroppo, attualmente, non esiste nessuna traduzione in edizione italiana di quest'opera.

8 commenti:

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