sabato 13 dicembre 2014

Oggi parliamo con... #5 - Thomas Melis

Un buon Sabato a tutti voi amici lettori e non. Questo per me sarà un weekend parecchio lungo ed impegnato fra ciclamini da imbustare per mia madre e porta candele da costruire, ma non per questo mi sono dimenticata di voi.
Eccoci qua con una nuova intervista, oggi parleremo con Thomas Melis. Conosciamolo assieme!

Ciao Thomas, grazie innanzitutto della tua disponibilità. Che ne diresti d'iniziare parlandoci un pochino te, di cosa ti piace fare ma soprattutto di cosa ti ha portata ad approcciarti alla scrittura e che ruolo ha quest'ultima nella tua vita?

“La scelta di scrivere è stata, per me, una diretta conseguenza del forte interesse che ho avuto sin da bambino per la lettura e per la narrativa. La lettura mi ha accompagnato durante tutto il mio periodo scolastico e accademico, fornendomi le competenze per migliorare la mia capacità di produrre testi scritti. Successivamente, a questo primo bagaglio culturale, si è sommato quello professionale, nel campo della progettazione sui fondi comunitari e della consulenza aziendale, che mi ha portato a lavorare quotidianamente alla redazione e all’editing di documenti complessi, come per esempio i business plan. Si è trattato di una scuola di scrittura molto rigida e con un registro linguistico estremamente burocratico, ma mi ha fatto intravedere la possibilità di poter creare un testo articolato, come quello del romanzo, utilizzando nuove metodologie di scrittura. Un’esperienza significativa è venuta, nel frattempo, dalle collaborazioni che ho avuto per alcune riviste on line di attualità politica che hanno rappresentato l’anello di congiunzione tra la scrittura tecnica del  mio lavoro e quella artistica di A un passo dalla vita”.

"A un passo dalla vita" è il titolo del tuo romanzo, da cosa ti è nata l'idea di questa storia?

“L’idea è nata, banalmente, dall’osservazione della realtà della mia generazione e dalla lettura dei giornali. Bastano le fredde cifre delle statistiche a comprendere dove ho preso l’ispirazione per raccontare la storia di Calisto, del Secco e degli altri personaggi di A un passo dalla vita. Proprio qualche giorno fa, il Censis ci ha fatto sapere che la disoccupazione tra i 15 e i 34 anni è ormai giunta al 75,9%. Bene, parliamo esattamente di buona parte di quella generazione cresciuta con il miraggio della ricchezza e del successo da raggiungere attraverso lo studio e il lavoro: oggi lo studio, in Italia, serve a poco e il lavoro è diventato solo un sogno, o meglio un incubo. In questa situazione i personaggi del mio romanzo decidono di strappare violentemente ciò che la società a promesso loro, con tutte le conseguenze che questa scelta comporterà”.

Ti va di parlaci un pochino della trama?

“Il romanzo è ambientato in una Firenze notturna, mai nominata e lontana dai circuiti turisti tradizionali che la caratterizzano. In questo scenario si muove il gruppo di giovani meridionali legati a Calisto, il personaggio principale. Il sodalizio criminale – perché di questo si tratta –, si muove tra la periferia degradata e il glorioso centro storico nel tentativo di scalare la gerarchia del narcotraffico cittadino e godere di tutti i vantaggi che il denaro può permettere. In realtà, tale deriva sarà accompagnata, logicamente, da numerosi drammi ai quali parteciperanno anche due speculari personaggi femminili: Tati, organica all'ambiente delle discoteche e delle feste lussuose e degeneri in cui i personaggi si muovono, e Holli, la ragazza che opera nel circuito sociale che si occupa delle vittime del gruppo criminale e nella quale Calisto intravede una redenzione”.

Com’è stato scriverlo? Quali sono stati i momenti più importanti e quali gli aspetti che hai cercato di valorizzare e far emergere maggiormente in questa storia?

“Scriverlo è stato, di per sé, un’esperienza unica. Innanzitutto è stata una scuola vera e propria che mi ha permesso di impegnarmi in una tipologia di scrittura per me completamente nuova. La lavorazione de romanzo ha richiesto mesi di studio su un’ampia sequela di argomenti: dal lessico alle rotte del narcotraffico, passando per le carte processuali, i saggi sulla finanza internazionale fino ad arrivare ai testi in vernacolo e ai dizionari sul gergo carcerario. Gli elementi che ho voluto far emergere sono, quindi, affiorati da questa attività di studio, attraverso la quale ho voluto disegnare il contesto socioeconomico entro cui i personaggi si muovono, sottolineando, nondimeno, il loro cinismo e la loro profonda malvagità. Perché il mio obiettivo non è giustificare scelte sbagliate ma fornire uno spunto di riflessione sul drammatico momento storico in cui viviamo”.  

Si dice che, di solito, prima di essere scrittori si è anche lettori. Sei d'accordo con quest'affermazione? Quanto è importante la lettura nelle tue giornate? Quali sono i generi che maggiormente ti affascinano?

“Sono totalmente d’accordo con la tua affermazione. Come ho detto precedentemente, nel mio caso, la lettura è venuta prima di ogni altra cosa, senza una profonda conoscenza dei maestri di quest’arte non avrei mai potuto, nemmeno lontanamente, pensare di scrivere un libro: sarebbe stato impossibile. Leggo ogni giorno, il massimo di ore che riesco a ritagliare dal resto dei miei impegni, e quando non lo faccio mi rendo conto che mi manca qualcosa. I generi che mi affascinano sono quelli legati al mio romanzo, e quindi il noir, l’hard boiled e le crime stories in genere. Questo per quanto riguarda la narrativa, altrimenti leggo molto volentieri monografie storiche, testi di teoria politica oppure saggi socioeconomici: sono comunque anche questi elementi di cui è intriso A un passo dalla vita”.

Hai già progetti di scrittura futuri in testa?

“Non ho ancora valutato seriamente la possibilità, direi che si tratta di qualcosa di prematuro, per il momento. Credo, però, che se decidessi di scrivere un nuovo romanzo lo dedicherei a un argomento legato alla mia terra d’origine: la triste e bellissima Sardegna. Poi chissà, non escludo un seguito di A un passo dalla vita… In questo periodo, comunque, cerco di lavorare perché A un passo dalla vita raggiunga il miglior risultato possibile. Una volta esaurita questa fase, valuterò meglio cosa fare”

Ringraziandoti per lo spazio che hai voluto concedermi sul tuo blog, lascio un saluto ai lettori, ricordando loro che potranno trovare A un passo dalla vita in tutte le principali librerie on line.

Ed io ringrazio te per la tua disponibilità e auguro tanta fortuna alla tua opera. :)

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